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VOLUNTARIAT R.MOLDOVA

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Report on the problem of child abuse_MOLDOVA.

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http://www.canee.net/bulgaria/research_on_the_problem_of_child_abuse_in_eastern_europe

SALESIANI IN MOLDOVA.

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FUNDATIA "COPILUL"

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Seborga nel MONDO.

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VOLONTARIATO IN MOLDOVA.

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NOMINA- "MESSAGERO DI PACE NEL MONDO"

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Orphans of Moldova Moldovan residential system (orphanages) – information, news, key actors and ac

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PRIETENII COPIILOR.

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giovedì 21 luglio 2011

Un modello civile di integrazione esiste
Storie di minori non accompagnati.

Un modello civile di integrazione esiste Storie di minori non accompagnatiNella seconda relazione relativa al 2010 di Save the Children "I Minori Stranieri in Italia" si legge che la fascia maggioritaria di ragazzini giunti da soli in Italia, è tra i 15 e i 17 anni (oltre 4.300 arrivi). I restanti 700 circa, quindi, sono bambini 7-14 e, poco meno di un centinaio, piccoli che hanno addirittura meno di sei anni. Le provenienze: Egitto, Marocco, Albania, Bangladesh, Afghanistan, Palestina, Somalia, Kosovo,

di LUCA ATTANASIO ROMA - Aveva ragione William Shakespeare ad affascinarsi per le vicende di ogni singolo individuo, tanto da scrivere: "V'è nella vita di ogni uomo una storia" (Enrico IV). Ma dal fascino si passa addirittura all'incanto se l'uomo che racconta la sua storia straordinaria, drammatica, universale, è poco più che un bambino. Alexis, ha 17 anni. Quando ha lasciato il suo villaggio nella Moldavia, di anni ne aveva appena 16. Ha viaggiato da solo per circa un mese attraversando le foreste dell'Ucraina, la Slovacchia, l'Austria per poi arrivare in Italia. A piedi.

I Senza-Nessuno.  C'è chi tenta di dare al nostro Paese un modello nuovo di integrazione per gli immigrati. Il merito è da attribuire al Progetto dell'Opera Don Calabria. Attualmente sono oltre 5.000 i migranti minori non accompagnati presenti sul nostro territorio nazionale. Bambini e bambine che arrivano da soli, senza un genitore, un parente, spesso neanche un conoscente che li protegga. Affrontano viaggi lunghissimi la cui pericolosità farebbe paura al più coraggioso degli uomini fatti. "Arrivato in Grecia - racconta Majid, ora 18enne afghano - assieme ad altri ragazzi mi sono nascosto dentro un camion. Quando la polizia ci ha scoperti, mi ha preso a calci. Io cadendo a terra ho sbattuto la testa. Poi non ricordo più nulla". È rimasto in un ospedale di Patrasso per tre mesi, in coma vigile. Poi, ripresosi, ha ritentato la sorte. Questa volta sotto la plancia di un altro camion.

Il rapporto annuale. Nel 2° rapporto annuale 2010 di Save the Children 1 "I Minori Stranieri in Italia" si legge che la fascia maggioritaria di ragazzini giunti da soli in Italia, è tra i 15 e i 17 anni (oltre 4.300 arrivi). I restanti 700 circa, quindi, sono bambini 7-14 e, poco meno di un centinaio, piccoli che hanno addirittura meno di sei anni.
Oltre alle provenienze storiche di Egitto, Marocco, Albania, o anche Bangladesh, se ne aggiungono di nuove come Afghanistan, Palestina, Somalia, Kosovo, Eritrea: i minori che arrivano da noi di recente, non vanno via solo per problemi economici, scappano da guerre o perfino torture. Non appena mettono piede sul suolo italico, quelli identificati vengono accolti e sistemati in case famiglia. Ma da quel momento, comincia un conto alla rovescia inesorabile verso la maggior età che minaccia di tagliare come una mannaia il periodo di protezione da uno che con molta probabilità porta verso la strada e la delinquenza. Superati i 18 anni, infatti, sono clandestini a tutti gli effetti e le case famiglia sono costrette per legge a salutarli.

La faticosa perlustrazione. "Quando abbiamo pianificato il progetto per 11 minori extracomunitari, finanziato dalla Provincia di Roma - spiega Miriam Miraldi dell'Associazione Centro Studi Opera Don Calabria 2 - siamo partiti dalle principali preoccupazioni di questi ragazzi. E al primo posto c'è proprio il lavoro, grazie al quale possono permettersi di rimanere in Italia e pagarsi un alloggio minimo". Il Progetto ha raccolto 11 ragazzini di 7 provenienze (Afghanistan, Bangladesh, Costa d'Avorio, Moldavia, Egitto, Nigeria, Moldavia) valutandone competenze e aspirazioni, inserendoli prima in un tirocinio presso la sede dell'Associazione stessa di tre mesi e poi presso aziende dislocate sul territorio romano reperite dopo mesi di faticoso lavoro di perlustrazione. Il tutto corredato da monitoraggio in ed extra azienda, counseling psicologico, role playing, formazione multipla di base. "Abbiamo vissuto sei mesi accanto a questi ragazzi - aggiunge Dina Stancati psicologa e Tutor del progetto  - rappresentando per loro più che insegnanti, consulenti o esperti, una nuova famiglia. E loro hanno risposto in maniera entusiasmante".

Il successo è galvanizzante. Tutti e dieci i ragazzi e una ragazza sono stati collocati presso ristoranti, alberghi, carrozzerie, cantieri. A cinque, al termine del tirocinio trimestrale,  è stato garantito un contratto, a quattro un rinnovo del tirocinio retribuito, per uno le probabilità di rinnovo sono più che buone mentre l'undicesimo ha dovuto interrompere l'apprendistato per problemi di salute. Ma le speranze anche per lui sono alte. I ragazzi parlano di realizzazione di un sogno, il team di psicologi e formatori, di ottimo risultato. Ma sentite cosa dicono i datori: "La dottoressa Miraldi è una nostra cliente - afferma il Signor Aldo Blasi titolare di un ristorante di fronte a Castel Sant'Angelo, a Roma -. Un giorno, ci ha parlato di  Majid. Quando l'abbiamo conosciuto ci è subito parso un ragazzo estremamente educato, tranquillo, e gran lavoratore. In 90 giorni, mai un minuto di ritardo. Segue ogni consiglio con passione. È da subito diventato uno di noi". È di quelli che si sono guadagnati il contratto. Per il suo 18° compleanno, il ristorante ha organizzato una grande festa.
Fonte: www.repubblica.it

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