www.ro-ua-md.net

VOLUNTARIAT R.MOLDOVA

VOLUNTARIAT R.MOLDOVA
http://www.voluntariat.md

http://amicel.cnpac.org.md

Report on the problem of child abuse_MOLDOVA.

Report on the problem of child abuse_MOLDOVA.
http://www.canee.net/bulgaria/research_on_the_problem_of_child_abuse_in_eastern_europe

SALESIANI IN MOLDOVA.

SALESIANI IN MOLDOVA.
http://www.donbosco.ro/contact/

http://www.cnpac.org.md

FUNDATIA "COPILUL"

FUNDATIA "COPILUL"
http://www.fundatiacopilul.md/

GRAZIE DI CUORE !

Seborga nel MONDO.

Seborga nel MONDO.
http://it.youtube.com/user/seborghino http://www.seborganelmondo.org/index.php?option=com_content&task=view&id=452&Itemid=1

VOLONTARIATO IN MOLDOVA.

VOLONTARIATO IN MOLDOVA.
Non e mai tardi ad iniziare a fare del bene. Aiutiamo i nostri bambini moldavi, sono il futuro del nostro paese....VIDEO DEL NOSTRO VIAGGIO: http://www.livestream.com/newchannel/popoutplayer?channel=seborgatv

NOMINA- "MESSAGERO DI PACE NEL MONDO"

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SI RICEVE PIU' NEL DARE, CHE RICEVERE.

Namastè

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“Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene” http://www.namaste-adozioni.org/

http://irffmoldova.ning.com/

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http://volunteeracademy.blogspot.com/

Orphans of Moldova Moldovan residential system (orphanages) – information, news, key actors and ac

Orphans of Moldova Moldovan residential system (orphanages) – information, news, key actors and ac
http://orphansofmoldova.wordpress.com/

PRIETENII COPIILOR.

PRIETENII COPIILOR.
http://www.prieteniicopiilor.md/

venerdì 4 giugno 2010

RACCONTI DALLA MOLDOVA

Ciao!
Claudia ed io ci prepariamo a trascorrere le ultime settimane qui a Virvereuca, così questo post vuole essere, da una parte, il resoconto della parte finale della nostra esperienza; dall’altra, c’è il desiderio di creare un “collegamento” con chi si prepara ai viaggi estivi di volontariato, non necessariamente qui in Moldova, o anche semplicemente con chi è interessato all’argomento. Quindi uno spazio per consigli pratici, ma pure un confronto su come approcciarsi a queste esperienze (ricordo che, sempre nella sezione “RACCONTI DALLA MOLDOVA“, avevo iniziato un post sul perchè del volontariato internazionale).
Varvareuca
LA PRIMAVERA. Dall’inizio di aprile, abbiamo finalmente avuto bel tempo, i prati ed i ciliegi sono fioriti e, nel giro di pochi giorni, V?rv?reuca si è trasformata, diventando sicuramente più gradevole, nonchè più “fruibile” (il fango si è asciugato, rendendo percorribili tutte le strade del paese).
LA PASQUA. So che ai più, in Italia, la Pasqua sembra ormai lontana, ma qui il ricordo è  fresco e, anzi, è conservato nelle forme di saluto: infatti, nei 40 giorni successivi alla Pasqua (in moldavo si usa sia la forma al singolare Pa?te sia al plurale Pa?ti), la formula di saluto è  “Hristos a înviat!” (Cristo è risorto!) a cui si risponde con “(cu) adev?rat a înviat!” (veramente è risorto!).
La Chiesa Ortodossa, che qui è maggioritaria più o meno come da noi la Chiesa Cattolica, è divisa tra lo stil vechi e lo stil nou (rito vecchio e rito nuovo): al primo appartiene la Chiesa russa, qui di gran lunga più seguita, al secondo la Chiesa romena. Lo stil vechi segue il calendario giuliano, mentre lo stil nou generalmente quello gregoriano (quindi, per esempio, l’uno festeggia il Natale il 7 gennaio, mentre l’altro, come noi, il 25 dicembre). Nel caso della Pasqua, entrambi seguono le tradizioni più antiche e quest’anno la domenica della Resurrezione è stata il 19 aprile (per i Cattolici era il 12). Il periodo che precede e segue la Pasqua è ricchissimo di riti e tradizioni: non so come sia in città, ma nei paesi questo è un periodo centrale dell’anno, in cui parenti e amici si invitano a casa vicendevolmente e festeggiano insieme, con grandi mangiate e bevute. I due momenti più partecipati sono la domenica dell’Învierea Domnului (la Resurrezione del Signore) e la Pa?te Blajinilor (detta anche Pasqua dei Morti), che si festeggia di lunedì, otto giorni dopo la prima. La messa di Pasqua inizia la sera del sabato e finisce verso le 6 della domenica mattina: come tutti i riti ortodossi (e questo è il più importante), la funzione è ricchissima di simboli (preghiere cantate innumerevoli volte, benedizioni, un grande uso delle candele ed altro) e termina con le persone raccolte intorno alla chiesa e la benedizione del pranzo pasquale (ognuno porta con sè, in borse o ceste, il cibo che consumerà nel pasto). Se questi usi già risultano particolari per persone che, come noi, provengono da un’altra cultura, la tradizione della “Pasqua dei Morti”, di origine russa, colpisce davvero: in questo giorno (ma, in parte, già la domenica), le famiglie si recano al cimitero, si raccolgono intorno alle sepolture dei propri cari (tutte al suolo e ricoperte solo con la terra), vi posano sopra i piatti ed i bicchieri con il cibo e le bevande portate da casa; il prete si ferma da ogni nucleo familiare, recita una breve preghiera e benedice i morti, i presenti ed il pasto. Quindi, alcuni si fermano a mangiare al cimitero (accanto alle sepolture ci sono dei tavoli e delle panche), altri fanno solo uno spuntino e poi vanno a consumare il cibo a casa.
Varvareuca 2
QUALCOSA SI MUOVE. Il tempo trascorso qui a V?rv?reuca, alcuni “accorgimenti” adottati, le festività pasquali, ci hanno dato la possibilità di riuscire ad interagire maggiormente con i locali, prima di tutto con gli anziani che vengono al centro la mattina a prendere un pasto caldo, ma anche con altre persone del posto. Inoltre, finalmente, siamo riusciti ad entrare nelle case. Due volte siamo stati invitati a pranzo, ma soprattutto abbiamo avuto modo di trascorrere una giornata intera con una famiglia: descrivere questa giornata in poche righe è impossibile, dirò solo che il ritrovo è stato alle 6 di mattina, alle 8 già mangiavamo patate lesse al burro, insalata russa, sarmale (una specie di involtini in foglia di verza o di vite) ed erano già iniziati i brindisi con il vino (l’unica bevanda vista durante tutto il giorno); poi tre ore trascorse al cimitero (era la domenica prima della Pasqua dei Morti), così abbiamo partecipato al rito che ho descritto sopra; quindi ancora a casa, con lo stesso menù della mattina; quando sembrava che fossimo in partenza, abbiamo fatto visita ad un fratello ed è stata di nuovo imbandita una tavola; infine il ritorno a casa a piedi (eravamo in un paese ad una dozzina di chilometri da V?rv?reuca e non c’erano più autobus)…Vi lascio immaginare in quale stato eravamo quando, a ridosso delle 20, abbiamo varcato la porta del centro…
Inoltre, abbiamo conosciuto la direttrice dell’asilo, così abbiamo avuto la possibilità di andare più volte lì. Contemporaneamente, in collaborazione con l’ambulatorio medico attiguo al centro, abbiamo cominciato la distribuzione dell’abbigliamento e dei giochi che avevamo spedito dall’Italia. C’è l’idea di sviluppare anche qualcos’altro, vedremo cosa si riuscirà a fare.
Infine, siamo stati ancora fermati per strada e c’è stato nuovamente richiesto di tenere un corso d’italiano, ma ancora una volta, malgrado le apparenti buone intenzioni, non si è più visto nessuno, per quanto ci sia stato confermato che in diversi sono interessati. Noi rimaniamo sempre in attesa, anche perchè è una cosa che a me piacerebbe molto.
Varvareuca 3
I BAMBINI. Centrale nella nostra giornata, rimane sempre l’attività con i bambini. La Pasqua ed il bel tempo hanno parzialmente modificato i programmi. La prima ha significato giorni di vacanze scolastiche, quindi per i bambini maggior desiderio (assecondato) di giocare, ma anche la necessità di rimanere più spesso con le proprie famiglie (tra l’altro, in questi giorni, sono rientrati dall’estero diversi Moldavi che hanno trascorso alcuni giorni con i parenti). La bella stagione ha fatto sì che spesso andassimo a giocare fuori, prolungando di molto il tempo trascorso insieme; ma per i bambini (piu’ o meno dai 10 anni in su) ha significato, in molti casi, anche il dovere andare a lavorare in campagna. Con tutto questo, salvo giorni particolari, i bambini sono sempre numerosi e sicuramente non ci danno modo di annoiarci.
Varvareuca 4
IL PERMESSO DI SOGGIORNO. E’ stata dura, ma ce l’abbiamo fatta! Da parte nostra, è stato soprattutto un esercizio di pazienza (come, per la verità, molto altro in questa esperienza), ma il merito per l’ottenimento del permesso va tutto a don Cesare ed ai suoi collaboratori di Regina Pacis begin_of_the_skype_highlighting     end_of_the_skype_highlighting, ai quali vogliamo pubblicamente dire grazie.
Mi sono ripromesso, in questa sezione del blog sulla Moldova, di non fare accenni alla situazione italiana, ma l’essere sballottati tra un ufficio ed un ambulatorio, vedere sorgere sempre nuove difficoltà, mentre ci si accorgeva che il permesso risultava essenziale per la nostra permanenza, mi ha fatto provare un po’ la “scomodità” degli stranieri in Italia e mi ha portato a pensare alla frequente leggerezza con la quale si parla del “fenomeno immigrazione”.
VOLONTARIATO: COME? Ancora una volta provo a lanciare il confronto sul volontariato, in questo caso sul come si debba svolgere.
Non credo che esista una ricetta unica, tuttavia penso che un elemento non dovrebbe mancare mai: l’umiltà. Questo non vuol dire perdere l’entusiasmo o non cogliere l’importanza di quello che si compie. Per parlare in modo semplice e con similitudini già utilizzate innumerevoli volte, immagino le esperienze di volontariato come delle gocce d’acqua che, prese una ad una, sono quasi insignificanti, ma, nell’insieme, formano un mare. Volutamente mi sto esprimendo in modo banale, ma, se non cogliamo che ogni singola esperienza non trasforma il mondo (la goccia), ma anche che, se nessuno la fa, non si possono verificare dei grandi cambiamenti (il mare), non usciamo dalla frequente distorsione che porta, chi compie il volontariato, a sentirsi un “fenomeno” e, chi non lo fa, a pensare “tanto se ne occupa qualcun altro”.
Umiltà significa anche, nel caso dei viaggi all’estero (ritorno al primo post che avevo scritto in “mente fermente in Moldova”), non avere la pretesa o la presunzione di comprendere completamente la realtà che ci circonda. Io forse non sarò particolarmente perspicace, ma maggiore è il tempo trascorso in Moldova, più aumentano le domande di fronte alla realtà che mi circonda e meno trovo risposte ad esse.
Un saluto
Carlo
PER XAVIER. Mentre mi accingevo a scrivere questo messaggio, è giunta la notizia della morte, a causa dell’investimento da parte di un’auto, di Xavier Habig, un religioso francese che da decenni viveva a Béni Abbès, un paese nel deserto algerino.
Claudia ed io, poco più di tre anni fa, fummo ospiti per alcune settimane presso la sua comunità dei Piccoli Fratelli e quella attigua delle Piccole Sorelle e fu per me un’esperienza fondamentale.
Xavier era una persona bella, ricca di amore e di cultura, piena di attenzione e di rispetto per gli altri, esempio di intelligenza e di modestia. Un’anima candida alla quale, c’è stato raccontato, tantissime persone hanno reso omaggio, lui cristiano, gli altri musulmani.
Al di fuori di chi lo conosceva, la sua scomparsa è passata inosservata, sicuramente come avrebbe voluto lui. Ma io mi chiedo: questa notizia non dovrebbe aprire i nostri telegiornali? Di una persona così, non bisognerebbe tenere delle lezioni a scuola? A queste domande io ho le mie risposte, ma le tengo per me. Dico solo che è compito nostro accorgerci delle persone che si pongono come colonne portanti per un mondo migliore e poi tocca, sempre ad ognuno di noi, scegliere se contribuire a costruirlo oppure fare altro.
http://mentifermenti.lacantinadellanonna.net/2009/05/05/in-moldovaverso-lestate-volontariato-come/

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